Sono settimane che penso che esiste una specie di grammatica della sofferenza, una lingua del dolore. Conoscerla ti consente di muoverti all'interno di una malattia con meno sgomento e meno solitudine. Mi rendo conto che la prima fortuna che ho avuto al momento della diagnosi è stata quella di sapere inquadrare quanto mi succedeva in un quadro riconoscibile e condiviso di esperienza, ovvero: sì, mi sono ammalata, ma la malattia non è una punizione, la malattia fa parte del corso naturale delle cose e della vita, la malattia si può curare, la malattia fa paura, ma non c'è niente di male a prenderla sul ridere, anzi può aiutare ad alleggerire il peso di preoccupazione per se stessi, per chi fa capo alle nostre responsabilità.
Arrivare poi a parlarne in un blog è stato un ulteriore passaggio, ma resto convinta che il primo passo sia stato parlarne, dire a tutti dal primo momento cosa stava succedendo e vedere che qualcuno restava, molti sparivano e altri arrivavano a capire, insieme a noi. I primi giorni mandare tutti quei messaggi è stata una fatica, ma era importante farlo. Lo facevo per gli altri, ma lo facevo per me. Scrivevo le parole della mia nuova realtà. E' stata la cosa più importante da fare in quei giorni.
Parlare, condividere, comunicare, non chiudersi, non sentirsi speciali nella sfortuna, vittime prescelte di un caso crudele, continuare a interessarsi degli altri, sinceramente. Non perdere tempo, saper parlare, saper ascoltare, saper dire no, non voglio ascoltare, quando c'è chi non si rende conto e ti pesa addosso, e tu non puoi e non devi più portare quel peso. Ma sempre cercando di capire, trovando le parole per spiegare a noi stessi e poi agli altri una condizione che appunto speciale non è, ma richiede comportamenti meno comuni, scelte diverse da quelle dei coetanei, e anche una certa tolleranza alla sofferenza fisica, qualcosa che non si sa com'è, ma c'eravamo scordati che è sempre esistita nella realtà di molti.
In questa grammatica della sofferenza, come in ogni lingua che si rispetti, il grosso del messaggio passa attraverso le pause, i silenzi.
In queste pause si ascolta il respiro, di nuovo. Si torna a casa.
In questi giorni è il silenzio del respiro che domina il messaggio, c'è bisogno di pace, di silenzio, di respirare. Ho bisogno di concentrarmi su questo silenzio, e di lasciare andare il resto.
Anche il silenzio è una forma di espressione.
Ti abbraccio
Ti abbraccio in silenzio, allora
che belle parole, che bella espressione questa "grammatica del silenzio"
mi piace, riflessioni molto interessanti.
ti abbraccio in silenzio,
cenerentola
Dopo tanta comunicazione, anche difficoltosa, in certi momenti il silenzio è necessario ed è anche una dolce culla per i pensieri.
Ti abbraccio
ciao cara. scappo al mare per un po'. ti abbraccio e ti penso, bellissimo post. erounabravamamma
il silenzio aiuta come il parlarne.
Nella grammatica della sofferenza, secondo me, il silenzio è fondamentale.
E' il momento in cui ti raccogli su te stessa e pensi solo a trovare le forze per andare avanti.
Lasciar andare tutto quello che non serve, che è inutile.
Ognuno di noi è destinato a lasciare un segno, una luce, un messaggio.
Nella salute e nella malattia.
nella buona e nella cattiva sorte….
Ti abbraccio stasera, Anna, in una maniera speciale.
Uvetta Adriana
Abbraccio enorme
Il silenzio a volte è anche pieno di urla, di rabbia, di sofferenza, di tante cose che pensiamo non serva dire, perchè il silenzio lo troveremmo in chi ci ascolta.
Il silenzio di pace, che da sollievo, che ci rasserena ecco questo tipo di silenzio non ci delude mai.
Un abbraccione
Fourpi
Segui i tuoi bisogni, rispettiamo i tuoi silenzi e respiriamo anche noi.
Barbara
La grammatica ha le sue regole, ne fanno parte anche queste pause. E' la punteggiatura che dà risalto alle parole, in fondo. Un bacio gigante!
….in silenzio un saluto.
Lascia andare tutto quello che non serve, che è in più …tieni solo l’essenziale, quello che nutre il tuo cuore e la tua mente. Fai spazio dentro di te, nel silenzio sentirai presto solo la voce delle cose che realmente contano. Sei lucida , sensibile, intensa come sempre. Un forte abbraccio Samantha
Leggerti è come sentire la ferita dell’altro, ma serve davvero rincorrere ombre e inventare silenzi per placare la sofferenza?
E’ vero; non sappiamo chi e cosa ci riserverà il domani; pare che il destino abbia più fantasia di noi, ma staremo a vedere.
Datti tempo e modo d'amalgamarti ai tuoi sogni e alle tue speranze, ma non abbandonare quella grande dirittura che hai di reclamarti per intero!
Ti abbraccio in assenza di suoni e di voci, ciao,
Greta
grazie di qs parole e di condividere qs preziose riflessioni, mai banali, molto molto preziose… la Vita è davvero una grande maestra che per lunghi sentieri e giri impensabili ci conduce in un cammino ricchissimo e denso di insegnamento… grazie di condividere le profonde e vere sfumature che cogli tu in tutto qs. sono molto preziose qs consapevolezze.
passo sempre di qui
un abbraccio da varese
grazie per qs parole e per condividere qs preziose riflessioni, mai banali, molto molto preziose…..la Vita è davvero una grande maestra che per lunghi sentieri e giri impensabili ci conduce in un cammino ricchissimo e denso di insegnamento…. grazie per condividere le sfumature profonde e vere che cogli tu in tutto qs. sono molto preziose qs consapevolezze.
passo sempre di qui
un abbraccio da varese
tutto quello che hai scritto e' molto vero, rompere il muro del silenzio sulla malattia serve, come serve poi avvolgersi nel silenzio per concentrarsi su se stessi, per ritrovare pace.
ti abbraccio forte e ti penso, sperando che qualche pensiero positivo in piu' serva a qualcosa
@tuttissimi: carissimi tutti, grazie dei messaggi. per forza di cose in questi giorni sono anche senza pc per cui il silenzio è davvero obbligato. vi aggiorno anche sulle varie rognette mediche, oggi mi hanno trovato un trombetto ('na cosetta) nella giugulare per via del port, la ferita che si era infettata è ancora in difficoltà e abbiamo deciso con i medici di non inserire nuovamente il port dall'altra parte del petto, ma di riprendere intanto la chemio (visto che le mie vene non erano poi messe così male) e poi tra un paio di mesi quando ho finito questi cicli magari riprovare a metterlo.
per il resto va bene, sono molto stanca, ma sono fiera di come mi so fare le punture nella panza da sola.
sarà che la panza è tanta?
spero che siate tutti in vacanza, mi raccomando, godetevele!
un bacione
un bacione anche a te! cara…
appena puoi aggiornaci, ti auguro una serena giornata
cenerentola
Ancora niente vacanze, se tutto va come dovrebbe andare sabato pomeriggio partiamo per Zanelli paesello nei colli piacentini, con mamma, papi e Nick.
L'infezione di Nick sembra risolta, è uscito dall'ospedale, ma tutte le mattine va a farsi un giretto in reparto per la medicazione.
Mia suocera consì, consà, anche lei è uscita dall'ospedale.
Hai delle vene resistenti e questo è importante che al port gli fanno un baffo.
Un abbraccio grande
Fourpi
Cara wide, l’importante è aver potuto riprendere le cure. Per la stanchezza spero tu abbia modo di riposarti un po’ grazie a qualcuno che ti aiuti nella gestione delle bimbe…quando le scuole sono chiuse per le mamme è più difficile trovare del tempo per sè. Così dopo un bel riposino puoi coccolartele ben bene. Un forte abbraccio, Samantha
che aspetti a postarlo su Oltreilcancro? Sei sempre più saggia e zen, annetta mia…
Giorgia
Ciao,
ti lascio un libro che a me è piaciuto molto, e dato che abbiamo gusti simili, magari piacerà anche a te.
Elif Shafak, La bastarda di Istanbul, Rizzoli (o Penguin).
http://www.penguin.co.uk/nf/Book/BookDisplay/0,,9780141031699,00.html
Buona lettura,
Valeria
Giorgia ha ragione.
In prescia in prescia postare tale saggezza nell'altra casetta.
Bacione forse che forse oggi mi incammino, è solo 1 oretta e mezza da Milano per una quindicina di giorni, a presto saggia Annette.
Fourpi
Cara Anna,
niente vacanze per me…. e ne sono felice……
tutta vita in attesa del mio matrimonio il 14 settembre!!!
Che sposetta giovine eh? Alla veneranda età di 53 anni mai avrei creduto di essere fulminata sulla via di Damasco!
Tanti baci a te grande donna y,como si dice in Venezuela: Cuidate mucho!
Donna di panza… donna di sostanza, sei la mejo!!!!
Uvetta Adriana
Ciao Widepeak ho letto le pagine del tuo blog, ci sono arrivata da quello di Anna Lisa. Io sono solo all'inizio del viaggio nella malattia, ma ho chiaro quello che mi posso aspettare, vista l'aggressività del mio tumore al seno. Un caro compagno per me è il silenzio, un po' da sempre. Il silenzio non è un privativo, una mancanza di….proprio nell'avvertire il silenzio come pienezza di essere,ciò che ci mette in contatto col nostro essere più autentico, si apre anche una nuova visione della vita.
Un abbraccio Laura.
Ciao!
Mi dispiace per la tua sofferenza, lavorando in ospedale so quanto può essere dura la malattia. Se ti piacciono i libri a fumetti, prova a leggere Cancer Vixen. A me ha aiutato molto. E' una storia di cancro, battaglia e rinascita. In bocca al lupo per tutto.
Belle parole e belle riflessioni…
Il silenzio e il non-silenzio, quando sono scelte di vita e non imposizioni sono specularmente utili.
Quando tre anni e mezzo fa mi hanno detto che mi dovevano asportare completamente lo stomaco per tumore mi è ovviamente caduto il mondo addosso e… tra i tanti problemi: uno. Dirlo o non dirlo al contesto socio-familiare?
Un amico medico mi disse: Claudietta, non dirlo, ti daranno per cipressata……..
Ho scelto di parlarne con TUTTI… mica ci si deve vergognare di ammalarsi di cancro!!!!!!!!!!!!!
Comunque ancora oggi sento, in tanti, una sorta di compassionevole modo di trattarmi che mi irrita moltissimo….
Un abbraccio e continuerò a leggerti… condividere aiuta.
Claudia
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